Oasi della vita
All'inizio del 1980, il Centro d'Incontro - ormai realtà funzionante -ospitò una specie di concorso di idee, "Il tempo ritrovato", che voleva riportare alla luce "progetti e sogni degli anziani, messi da parte ma non dimenticati". Erano i tempi in cui Giuseppe Ricca riportava alla musica altri vecchi strumentisti dilettanti per allargare le fila dell'Orchestra di "Omegna Cara" mentre Edoardo De Monti cercava collaboratori capaci di appassionarsi al suo Percorso Vita. Un altro gruppetto di pensionati dell'associazione - stimolati dai brillanti risultati ottenuti dagli amici -misero gli occhi su un terreno in un quartiere di Omegna, Bagnella. Era un'area incolta di circa diecimila metri quadrati, di proprietà comunale, coperta da una coltre di sterpaglia fitta ed alta a misura d'uomo.
Muniti di vanghe e di picconi, si presentarono sul posto un mattino di febbraio. Inizialmente riuscirono a ripulire dalle sterpaglie solo pochi metri quadrati, perché immediatamente si accorsero che il terreno sottostante era tutto una sassaia. Nonostante ciò, fatte le dovute prove con qualche prima manciata di semi che diedero buon frutto, gli anziani partirono a bonificare una prima area che già in quella primavera fu lottizzata e offerta ai più ansiosi di coltivare un proprio pezzetto di terra.
E' molto frequente, oggi, leggere o sentir parlare di orti che le amministrazioni comunali mettono a disposizione dei pensionati. La caratteristica che rende originale l'esperienza di Omegna sta nella completa autogestione che ha regnato incontrastata senza interruzioni dai primi giorni fino ad oggi.
Ogni anno l'11 novembre, giorno di San Martino, gli uomini dell'Oasi si riuniscono ed eleggono il "Capo degli Orti", che resta in carica un anno. A lui, durante questo periodo, sono demandate le decisioni in merito alle assegnazioni dei lotti di terreno, alle controversie, alle regole di collaborazione; è sempre il capo che tiene i contatti tra tutti i coltivatori e gli altri gruppi dell'associazione.
Ciascuno coltiva il proprio lotto di 50 metri quadrati e dispone come gli piace dei prodotti della terra.
Con il passare del tempo, l'Oasi della vita si è trasformata e oggi non è più soltanto il luogo dove gli anziani coltivano gli orti. Questa attività appare, anzi, marginale rispetto a un panorama di iniziative ed insediamenti che fanno dell'Oasi un esempio di come gli anziani possano impegnarsi in molteplici attività, non ultime quelle di solidarietà.
Per il divertimento e lo svago c'è una balera, sotto il cui pergolato l'Orchestra di Omegna Cara ha intrattenuto per anni le comitive di gitanti che venivano in visita; ci sono poi due campi da bocce, mentre un ristorante capace di servire - in via eccezionale - fino a 150 persone viene gestito all’aperto da maggio a ottobre. In piccoli capannoni in legno attrezzati a laboratori, vecchi artigiani si prodigavano a insegnare un mestiere - quasi fosse un gioco - a giovani handicappati psichici, alcuni dei quali, grazie a questa attività, vennero poi inseriti con regolare contratto di lavoro in aziende locali. In un angolo del prato per anni fece mostra di sé un vecchio autobus che, opportunamente trasformato in un rustico salotto, veniva utilizzato, prima delle costruzioni in muratura, per le riunioni dei coltivatori.
A un esame distratto, queste realizzazioni non impressionano minimamente: in anni recenti, infatti, numerosi investimenti di danaro pubblico hanno consentito di realizzare, in diverse località, strutture certo migliori e più belle di quelle di Omegna.
Non si può, tuttavia, restare indifferenti quando si pensa che tutto quanto è stato realizzato in questa comunità all'insegna del volontariato con e degli anziani non è costato, nei primi venti anni, neppure un centesimo di denaro pubblico. Ognuna delle attività e delle strutture della Pro Senectute è stata realizzata all'insegna del dono. Per anni gli utili dell’Oasi sono andati a sostenere un centro di documentazione, formazione e ricerca sulla condizione anziana.
Muniti di vanghe e di picconi, si presentarono sul posto un mattino di febbraio. Inizialmente riuscirono a ripulire dalle sterpaglie solo pochi metri quadrati, perché immediatamente si accorsero che il terreno sottostante era tutto una sassaia. Nonostante ciò, fatte le dovute prove con qualche prima manciata di semi che diedero buon frutto, gli anziani partirono a bonificare una prima area che già in quella primavera fu lottizzata e offerta ai più ansiosi di coltivare un proprio pezzetto di terra.
E' molto frequente, oggi, leggere o sentir parlare di orti che le amministrazioni comunali mettono a disposizione dei pensionati. La caratteristica che rende originale l'esperienza di Omegna sta nella completa autogestione che ha regnato incontrastata senza interruzioni dai primi giorni fino ad oggi.
Ogni anno l'11 novembre, giorno di San Martino, gli uomini dell'Oasi si riuniscono ed eleggono il "Capo degli Orti", che resta in carica un anno. A lui, durante questo periodo, sono demandate le decisioni in merito alle assegnazioni dei lotti di terreno, alle controversie, alle regole di collaborazione; è sempre il capo che tiene i contatti tra tutti i coltivatori e gli altri gruppi dell'associazione.
Ciascuno coltiva il proprio lotto di 50 metri quadrati e dispone come gli piace dei prodotti della terra.
Con il passare del tempo, l'Oasi della vita si è trasformata e oggi non è più soltanto il luogo dove gli anziani coltivano gli orti. Questa attività appare, anzi, marginale rispetto a un panorama di iniziative ed insediamenti che fanno dell'Oasi un esempio di come gli anziani possano impegnarsi in molteplici attività, non ultime quelle di solidarietà.
Per il divertimento e lo svago c'è una balera, sotto il cui pergolato l'Orchestra di Omegna Cara ha intrattenuto per anni le comitive di gitanti che venivano in visita; ci sono poi due campi da bocce, mentre un ristorante capace di servire - in via eccezionale - fino a 150 persone viene gestito all’aperto da maggio a ottobre. In piccoli capannoni in legno attrezzati a laboratori, vecchi artigiani si prodigavano a insegnare un mestiere - quasi fosse un gioco - a giovani handicappati psichici, alcuni dei quali, grazie a questa attività, vennero poi inseriti con regolare contratto di lavoro in aziende locali. In un angolo del prato per anni fece mostra di sé un vecchio autobus che, opportunamente trasformato in un rustico salotto, veniva utilizzato, prima delle costruzioni in muratura, per le riunioni dei coltivatori.
A un esame distratto, queste realizzazioni non impressionano minimamente: in anni recenti, infatti, numerosi investimenti di danaro pubblico hanno consentito di realizzare, in diverse località, strutture certo migliori e più belle di quelle di Omegna.
Non si può, tuttavia, restare indifferenti quando si pensa che tutto quanto è stato realizzato in questa comunità all'insegna del volontariato con e degli anziani non è costato, nei primi venti anni, neppure un centesimo di denaro pubblico. Ognuna delle attività e delle strutture della Pro Senectute è stata realizzata all'insegna del dono. Per anni gli utili dell’Oasi sono andati a sostenere un centro di documentazione, formazione e ricerca sulla condizione anziana.